Metà dicembre. Efferrato, multiplo, omicidio a Erba, nel comasco. Uccisi, sgozzati, la madre, il figlioletto, la nonna. E una vicina di casa. In fin di vita il marito della vicina.
Iniziano, da subito, le speculazioni.
Prima si accusa il marito della donna, e padre del bimbo. Che e’ in Tunisia, ed e’ un ex-carcerato (traffico di coca, libero con l’indulto). Quando si capisce che non c’entra, si incolpano i tunisini. Poi la cosche mafiose.
Regolamento di conti. Sì, ma condominiali. A Gennaio confessano i vicini di casa. Sono stati loro. Italianissimi, normali. Merde come e più di noi.
Giornalisticamente, a caldo, diamo sempre il peggio. Insuperabile, credo, il corriere (ma non ho fatto ricerche approfondite):
Uccide quattro persone e brucia la casa
Tre donne e un bambino ritrovati senza vita nell’appartamento in fiamme. Caccia al convivente tunisino di una delle vittime
È proseguita per tutta la notte, finora senza esito, la caccia al 25enne tunisino Abdel Fami Marzouk, il pregiudicato – uscito dal carcere per indulto – ricercato per l’ atroce massacro avvenuto lunedì sera in un appartamento in via Diaz, nel centro di Erba, nel Comasco.
Marzouk, secondo gli investigatori,
è scomparso dopo aver ucciso a coltellate alla gola e in altre parti del corpo la moglie Raffaella Castagna, di 30 anni, il figlio Yousef di 2 anni, la suocera Paola Galli, 60, e una vicina di casa…
fonte: corriere della sera del 12 dicembre 2006
Chi ha compiuto la carneficina ha voluto colpire la famiglia del pregiudicato per fargliela pagare. A confermarlo è anche la ferocia del delitto. Il giovane era uscito di prigione il 2 agosto scorso, grazie all’indulto, dopo una condanna a tre anni e mezzo per spaccio.
fonte: la repubblica del 13 dicembre 2006
Sugli autori della strage, invece, le piste sembrano via via ridursi, giorno dopo giorno. E il rituale dell’esecuzione porta a fare propendere gli investigatori verso una pista nordafricana accantonando per un momento lo sgarro che nel novembre del 2005, Azouz Marzouk avrebbe fatto in carcere a un gruppo di pericolosi calabresi.
Il favore verso questa ipotesi lo si deduce dal modo in cui il commando si è accanito sulle sue vittime usando il coltello e sgozzando le vittime. Violenti, efferati nell’utilizzare l’arma, forse da cucina e un oggetto contundente non ancora identificato che sarebbe stato utilizzato per stordire le vittime. Un messaggio, stando ai codici della malavita, che porterebbe a identificare un gruppo di nordafricani.
fonte: la repubblica del 15 dicembre 2006
La rabbia dei famigliari. “Bisogna sterminarli tutti”, ha commentato acceso dalla rabbia Alberto Croci, uno zio di Raffaella entrando nell’abitazione di alcuni suoi parenti. “Bisogna farle fuori tutte ‘ste facce di cioccolato”. Con lui c’era la moglie: “La penso come lui”, si è limitata a mormorare la donna varcando la soglia di casa.
fonte: la repubblica del 14 dicembre 2006
Se Azouz Marzouk, il giovane marito tunisino di una delle vittime, respinge l’ipotesi che si sia trattato di una ritorsione nei suoi confronti da parte di esponenti legati alla criminalità organizzata è questa, tuttavia, la pista principale battuta dagli investigatori. Una conferma che si sia trattato di una vendetta, da parte di più killer professionisti, arriva anche dal procuratore capo delle Repubblica di Como, Alessandro Maria Lodolini.
fonte: la nazione del 13 dicembre 2006
Ovviamente oltre a fantasmi, preconcetti, piste, illazioni giornalistiche, e reazioni a caldo razziste e tristi di qualche famigliare o paesano, il peggio del peggio del peggio arriva da certi loschi figuri padani:
“La spaventosa mattanza cui ha dato luogo a Erba un delinquente spacciatore marocchino ci prospetta quello che sarà, molte altre volte, uno scenario a cui dobbiamo abituarci. Al di là dell”effetto indulto’, che qui come in altri casi dà la libertà a chi certo non la merita, vi è e resta in tutta la sua spaventosa pericolosità una situazione determinata da modi di agire e di reagire spazialmente lontani dalla nostra cultura e della nostra civiltà. Quel che è successo a Erba può succedere, in ogni momento, dovunque personaggi non integrati semplicemente perché non integrabili, hanno trovato nel nostro territorio e, purtroppo, anche in Padania facile accoglienza, ottusa tolleranza, favoritismi politico-sociali d’ogni genere. E’ ora di finirla”.
(Mario Borghezio, europarlamentare Lega Nord, Ansa, 12 dicembre 2006).
citato in: Osservatorio politicamente scorretto
Poi, dopo, forse, in qualche modo, con o senza risultati, si fanno delle proposte. ONU. Deontologiche. UNHCR, DOPO ERBA NECESSARIA UNA CARTA DEONTOLOGICA PER LA STAMPA A TUTELA DI IMMIGRATI E RIFUGIATI