“Succede anche questo in rete…”
www.tg5.mediaset.it/video/2007/02/vedivideo_13914.shtml
La rete, la rete, la rete…
Covo di balordi, rifugio di perversi, luogo di scambio per ladri, malati, pazzi, uomini-merda.
Quando non parla del nuovo librofonino superfichissimo della Telecom che ci potrai leggere i libri senza fatica (ma va va…) la tv di solito parla dei new media per lanciare stupidissimi allarmi. Il bullismo va in rete, la rete è piena di pedopornofili, i pirati informatici accedono al tuo pc anche quando è spento e ti clonano la carta di credito…
Nooo… la rete non siamo noi, con i nostri pregi e i nostri difetti, i nostri desideri e le nostre perversioni… nooo… non siamo noi a usare la rete, a usarla, consumarla come preferiamo. Nooo… la rete ci rende sporchi. Brutti, sporchi e criminali.
E allora il tg di la7 ha appena lanciato l’allarme “le gang americane usano internet per reclutare nuovi adepti” (vero. E i colloqui di lavoro si fanno su Second Life. Vero anche questo) che il tg5 rilancia. Filmava la moglie di nascosto e metteva i video in rete.
Il servizio mostra: google, e qualcuno che digita “spiaremiamoglie”. Il giornalista dice “aveva creato un sito web”. Cazzata. E infatti il servizio mostra la pagina di video.libero.it
Faccio come loro. Eccoci qui.
Ah. E che soddisfazione. Il logo della polizia di stato su due video dell’utente SpiareMiaMoglie.
Che, per inciso, noto, sono stati visti 27mila volte circa ciascuno. Insomma: un reo, molti spettatori.
Video.libero.it. Una specie di youtube italiano, mi dicono.
Una settimana fa ci ero finito su seguendo il link da una video intervista de leiene. E avevo visto nella top ten, in cima alla top ten, un tale video della professoressa di Monterone. Che poi il pomeriggio non c’era più.
Immagino ne avessero parlato i tg (io non li guardo tutti i giorni, non c’ho abbastanza pelo sullo stomaco).
Il giorno dopo ne parlava il giornale ilbrescia, del gruppo e-polis, che leggo abbastanza. Giornale normalmente pacato, attacccava “video osceno, scandaloso, atti sessuali espliciti…” ??
Io il video l’ho visto, il giornalista mi sa di no.
Dei ragazzetti che circondano una professoressa. Le mettono le mani addosso, o meglio sul culo. Si vede un pezzo di un perizoma. E uno dei ragazzetti che affonda un secondo le mani dentro i pantaloni. Il tutto intermezzato da simpatici “Ciao matteo” rivolti alla camera del videofonino.
Mah. Una roba assurda. Cioè strano che in una classe succeda una roba del genere. Che fosse sesso, insomma… come dire che sono le cicogne a portare i bambini…
Cmq. Sul giornale la professoressa diceva di non essersi accorta di nulla (??). Secondo MAH.
Il video era su video.libero. L’hanno tolto. L’hanno messo su youtube (o non so se era al contrario prima su youtube poi su libero). Che l’ha tolto. Ieri ho visto che c’era di nuovo – uploadato da un brasiliano e con un tot di commenti stupido/innocenti, in portoghese, stile “Ce l’avessi io una prof così”.
Cercando con google “insegnante monteroni” si leggono un po’ di commenti alla vicenda (non tutti intelligenti). Per i commenti a “spiare mia moglie” conviene aspettare qualche ora.
ps: il tizio che ha filmato la moglie di nascosto è un merda. Ma sbatterlo in gabbia per degli anni, boh. A far compagnia agli straccioni che spacciano in strada due grammi di merda. (E intanto i criminali veri sono quasi tutti fuori.)
ps2: tre mesi di indagini? per risalire a uno che ha un account su libero e ci posta i suoi video?? io credo proprio che bastino tre giorni (libero ha l’obbligo di tenere i log, e secondo me uno che mette i video di sua moglie su libero lo fa da casa sua, o al massimo dall’ufficio. E molto probabilmente non si rende conto di star facendo qualcosa di penalmente rilevante. Va be’, supposizioni mie.)
ps3: andate a vedere la top ten dei video su libero. Oggi, o un altro giorno. Un video con un pezzo di tetta del carnevale brasiliano, un video con un pezzo di culo di britneispirs, un video con un pezzo di mutanda della valletta tv del mese. Questo dovrebbe farci riflettere.
La rete per molti versi è un riflesso di ciò che noi siamo, e di come decidiamo di usarla.