OneThing

luglio 5, 2010

OK. Il giochino della settimana è sicuramente OneThing.

http://onething.com/


Pane Web e Salame

giugno 8, 2010

Il 23 Giugno parlerò, a Brescia, al Social Media Barcamp “Pane Web e Salame“.
16,00 – Carlo Beschi (Studio Synthesis) – “Social CRM. Let’s make it real. Let’s keep it open.”


Info e programma completo: panewebesalame.com/gli-speech-in-programma

pane web social e salame

pane web social e salame


Geografia delle comunità on-line

Maggio 11, 2007

Una simpatica e interessante mappa delle comunità on-line, originariamente postata su xkcb. (E’ in inglese.) IMHO è fatta bene.

Interessante la “bussola”, che segnala che a nord sono state collocate le communities dei “pratici”, opposte a quelle degli intellettuali, a sud. A ovest ci sono le comunità orientate alla vita reale, a est quelle orientate al web.

online communities map

L’ho scovata via uno dei blog che leggo, la notte… – ma non mi ricordo quale :-/

E’ anche sul blog di fluido, ma non credo di averla vista lì, prima. Va be’, peace…


RSS: howto

Maggio 8, 2007

Oggi ho testato – lo volevo fare da un po’ – HoverLightbox. Ci farò un post domani, magari. (Fa parte della mio viaggio tra gli script per gallerie di immagini via css e javascript.)

Stamane ho letto un bel post sul blog di Raffaele Mastrolonardo che parla di RSS.

Raffaele segnala un video howto, che in tre minuti e mezzi spiega a un newbie cos’e’ un (web-based) reader RSS, come e perchè usarlo.

Niente di trendy come il video del professor Welsch sul web2.0 (The Machine is us/ing Us – vedi un mio post/recensione qui).

Comunque un video fatto bene, e utile. Sul sito di Commoncraft segnalano la disponibilità, via DotSUB.com, di una serie di sottotitolature, in varie lingue. Ecco, a quel punto sono andato su DotSUB. Ho creato un account e fatto la sottotitolatura in lingua italiana: ecco qui il video sottotitolato in italiano.

Molto bella e comoda l’interfaccia per sottotitolare.

PS: io uso, sotto Windows, Feedreader, e preferisco in generale le Desktop Applications alle Web Applications, ma questa è un’altra storia…


Il Pentagono su youtube, flickr e delicious

aprile 7, 2007

La notizia è “vecchia” di due settimane, ma mi era del tutto sfuggita (e l’ho recuperata casualmente stamane, dal blog di autistici). L’esercito degli Stati Uniti sbarca sui social media del momento: la triade dorata video-foto-bookmarks, ovvero youtube, flickr e delicious.

A curare gli spazi sui tre social network sono quelli di army.mil – non ne so nulla di canali e riviste militari, web e non – non so se siano gli stessi di pentagonchannel.

Le foto su flickr sono carine – anche se non strabilianti. I video su youtube un po’ + scarsini, non hanno avuto molte visite e c’è ovviamente anche qualche commento contestatore – e incipit di flame.

cane esercito americano

Sensate, le motivazioni che hanno portato alla scelta di divulgazione stile 2.0: i contenuti c’erano tutti sul loro sito, però si è scelto “di portarli dove ci sono gli utenti” [nota tecnica: logica push]. Non tutti conoscono army.mil, youtube fa un milione di accessi al giorno, etc etc…

Il blog di autistici giustamente parla di operazione propagandistica. OK. Ma la Fiat che fa il blog di quellichebravo? Stessa cosa. Il reality show della Diesel? Stessa cosa. Internet marketing.

Di Pietro su youtube, il sito della CocaCola, o di MTV. A livelli e con sofisticazioni diverse, promozione su web. 1.0 o 2.0 o 1.2 o 0.7. + o – social, interactive, creative, trendy. Istituzionale, o aziendale: cmq, comunicazione. (e per le persone, e per i progetti alternativi, le regole, della promozione, della pubblicità, sono ancora quelle).

(Il Pentagono è andato su flickr per gli stessi motivi per cui ci sono finito io.)


Net-neutrality: cos’è, e perchè è importante (per tutti)

marzo 5, 2007

Segnalo, con molto piacere, un post del blog di Raffaele Mastrolonado (per inciso, un bravo giornalista). Il post è questo. Introduce, e include, un video preso da youtube.

Argomento: la net-neutrality. Ne parlava anche punto informatico, già la settimana scorsa.

E’ un argomento che negli Stati Uniti è “hot” dallo scorso anno, quando il Congresso si mise a discutere – sotto la pressione di grosse compagnie, del calibro di AT&T, Verizon e Comcast – di una modifica alla normativa statunitense in materia di comunicazioni.

Obiettivo delle multinazionali: privilegiare certi contenuti (i loro). E ai grandi provider di accesso americani piacerebbe poter garantire ai grossi gruppi tv corsie preferenziali. (In Italia, per fare un parallelo: io sono Telecom e faccio un accordo con Mediaset per cui tutti lei mi paga tot e in cambio tutti quelli che si connettono tramite la mia ADSL quando accedono ai siti Mediaset scaricano 10 volte + veloci dai siti rivali, o da quelli di anonimo pincopallino).

Oggi come oggi la rete trasmette dati.

Non discrimina tra questo minuscolo blog e il sito della Fox. Alla Fox, ovvio, non piace. E domani, potrebbe non essere più così. Certi bit potrebbero avere la precedenza. Certi contenuti, non “certificati”, “sospetti”, essere rallentati o bloccati. Ecco perchè si sono mossi in tanti, negli Stati Uniti, lo scorso anno – da Google al cantante Moby – per proteggere la “neutralità della rete”.

Cosa si intende per rete neutrale?

Nelle parole di Tim Berners Lee “il diritto di due utenti che pagano entrambi per avere un accesso di alta qualità alla rete, a poter comunicare tra loro ad alta qualità”. Detto così, sembra qualcosa di astratto. Nella pratica, si traduce in un modo di pensare internet – e di definirla.

La rete trasporta i bit, che noi immettiamo. Per sua natura è aperta, orizzontale. Multipla. Era così ai suoi inizi, internet, e per molti versi lo è ancora oggi. Ma…

Non è esattamente la rete che hanno in mente i grandi gruppi mediatici, le multinazionali multimediali, che producono i contenuti.

L’alleanza tra grandi gruppi mediali (fornitori di contenuti) e grandi internet service providers (fornitori di accesso) immagina – e vuole tradurre in legge, inizialmente, ovvio, negli USA – una rete controllata. Una rete che discrimina. Che privilegia certi contenuti, e per altri limita o impedisce la diffusione.

Una rete che implementa e accompagna i sistemi anticopia (i cosiddetti DRM, Digital Rights Management). Una rete che controlli cosa ascolti, vedi, leggi sul tuo pc. Cosa scrivi, cosa condividi. Una rete che piace anche ad altri colossi – Microsoft in testa.

Le proteste dello scorso anno hanno impedito che il Congresso americano approvasse una legge, magari in modo un po’ rapido e non troppo rumoroso, che gettasse le basi legali per questa rete “a corsie preferenziali”. Ma la discussione continua…

olui che ormai è conosciuto – abbastanza a ragione 😉 – come “il padre del web”, ha parlato proprio oggi negli USA, davanti al Congresso: rimando ancora a Punto Informatico, per leggere cosa ha detto. Argomento, ovviamente: la net neutrality. (Su Google Video si può vedere l’intera audizione).

C’è chi immagina una rete molto più simile a dei canali tv. Sono gli stessi che tollerano la rete odierna, ma non ne apprezzano le dimensioni libere, decentrate, policentriche, diffuse. Sono gli stessi che gridano alto contro i mille pericoli che derivano dalla libertà.internet freedom

We, the media. A loro non piace proprio. E non si arrenderanno facilmente. Una volta è il terrorismo, una volta la pornografia, un’altra la tutela dei minori, un altra la tutela dei diritti degli autori. E ogni volta, una nuova restrizione. Perchè quello che vogliono, è una “democrazia” senza partecipazione.

Una “democrazia” fatta di consumatori obbedienti.
Obesi di veline e di illusioni. Mansueti, impauriti. Dipendenti.

Risorse:


Slideshare: presentazioni online condivise (anche in WordPress?)

febbraio 14, 2007

Leggo che la Shake, mitica casa editrice di Milano, ha aperto un’ hacker corner (comunicato ufficiale).

Me lo segnalano i Cialtroni nello Spazio, che oggi ne parleranno, possibilmente, nella loro spazio di approfondimento (informatica libera, libertà, diritti e nuove tecnologie) su Radio Onda d’Urto.

Lo segnala anche ZeusNews. Leggo l’articolo e finisco a curiosare su Idearium. Conosco, un poco, SecondLife – dove vivacchia il mio avatar Micheal Mariani. Idearium, on-line dal 2001, pare, non lo/a conoscevo. Tratta di realtà virtuali, e di user interfaces. (Interessante, così al volo, un set fotografico che hanno fatto di SecondLife e postato su Flickr).

Mi piace, mi strapiace, uno slideshow, (una presentazione stile powerpoint, per intenderci), immagino usata nell’incontro su 2ndLife e che Idearium anteprimizza sul sito. Si legge che è un servizio offerto da SlideShare.

logo slideshare

 

A sto punto mi prendo cinque minuti e vado a curiosare sul sito di SlideShare.net. Che convince, direi. Anche se non sono un grande produttore di slides 😉 e di fatto non ho neppure un set pronto da usare per testare il servizio (ma ne preparerò uno nei prox giorni)…

SlideShare l’ho cercato con Google. E tra i 10 primi risultati mi spunta fuori wordpress-it.it, che non mi ricordavo di conoscere (anche se poi inserendolo nei miei bookmarks scopro che l’avevo già segnato, un mese fa…)… Su wordpress-it.it si parla di un plugin per WordPress per inserire gli oggetti SlideShare: ecco il (laconico) post. Che rimanda al sito dell’autore del plugin, Mikroslave.net. Traducendo dal tedesco, si tratta di un hack che Peter ha operato partendo dal plugin per inserire (embed) gli oggetti video di YouTube nei blog wordpress powered. Beh, io mi scarico lo .zip e me lo testo su localhost. Domani.


Last.fm: sharing musicale stile web 2.0

febbraio 12, 2007

[C’è anche una premessa, ma l’ho spinta sotto per alleggerire il post x tutti coloro a cui, comprensibilmente, non gliene fotte nulla delle mie vicende personali]

last_fm logo

Last.fm. Gia’ dal claim si capisce che mirano in alto: “the social music revolution”. Mica male. E il servizio direi che è proprio carino, per quanto ne posso dire dopo pochi giorni di utilizzo.
Last.fm diciamo così prende nota della musica che ascolti sul pc, con il tuo player audio (winamp, itunes, etc)… Ti fa un profilo personale (il mio al momento è questo) e ti dice: che musica hai ascoltato di recente, quali gruppi/artisti hai ascoltato di +, etc. Inoltre, e veniamo al lato social, in base ai tuoi gusti musicali, ti segnala quali sono i tuoi “vicini” – ovvero chi ascolta musica tupo la tua. Ovviamente, se hai degli amici /conoscenti tuoi che usano il servizio puoi includerli tra i tuoi friends. Altro tool: i brani musicali hanno dei tag (“alternative”, “rock”, “brasil”, …). A partire da questi tag il server ti offre una specie di radio, o meglio una selezione musicale in streaming, che sei tu a impostare e personalizzare. I brani che ascolti, sia con il tuo player sia attraverso lo stream, sono usati per aggiornare il tuo profilo. E per ogni brano puoi dire che lo ami, o segnalarlo a un amico, o scegliere di bannare il gruppo/artista dalle tue playlist.

Mica male, mica male…

Volevo scrivere anche di zooomr.com, sharing fotografico stile flickr, ma lo faccio magari domani.

Ultima nota su last.fm. L’ho scoperto cercando in un motore il nick di un amico mio. Presente sul web in altri contesti, e in molte liste. Eppure il suo profilo su last.fm veniva prima. Evidentemente (lo stesso sembra valere per wordpress) alcuni servizi hanno dei rank molto alti. E’ un amico in gamba. Ho pensato che se lo usava lui era qualcosa di valido…

Morale (stupidissima, ma alle 15:43:46 va così): cercavo un amico, ho trovato un tesoro.

Premessa: ho passato gli anni dal 2003 al 2006 quasi interamente in un paesino di pescatori, in Brasile. (A 200 metri da questa pensione qui, la Pousada Tremembè).

Internet significava 15 kilometri, fino al negozio di informatica di Icapuì. Connessione dial-up, computer non molto potenti su cui non puoi installare nulla, e mille altre limitazioni. Insomma: usavo la webmail.

In questi tre anni la rete ha continuato a evolvere…

Per cui a Novembre 2006, rientrato qui a Brescia… è stato quasi uno shock. Ricordo i primi blog che vedevo con i video (di youtube) embedded. Pensavo: diavolo! Adesso mi sembra una roba banale.
Ho scaricato una desktop application, un feed aggregator, che pensavo che forse non avrei usato mai. Due mesi dopo: un centinaio di feed, di cui venti che leggo sempre. Il web che mi interessa mi arriva tutto lì (che differenza, no? Mi arriva spinto fino al desk, non sono io che navigo…).

Insomma, mi sta ancora apparendo tutto un po’ nuovo e un po’ straordinario. Tocco, scarico, sperimento. Mi aggiorno.

Nel 1997 mi ricordo studiavamo integrazione, miniaturizzazione, multimedialità, interattività come principi cardine dei new media. In astratto, x lo +. Ma chi scriveva quei libri, e qualche nostro professore, “aveva una visione”.

Quella che vorrei io oggi, per mettere in campo una bella killer application da qualche milione di dollari, e tra cinque anni ritornarmene ai tropici. Meglio: viaggare. Girare il mondo. Io e il mio tesoro (Karina).


Due libri. “Networking, la rete come arte” e “Monocromatica”

febbraio 1, 2007

Sono due bei libri, non ho dubbio. Ho appena iniziato a sfogliarli. Due libri di persone che un po’ conosco – ma non molto. Libri la cui genesi non ho seguito, ma che adesso segnalo. Sono in libreria. Ma sono anche scaricabili liberamente dalla rete.

Networking

Il primo, “Networking, la rete come arte“, scritto da Tiziana Bazzichellli, fondatrice e anima della maling list su attivismo artistico e net-art AHA, è un saggio. Parla di rete e arte – di arte in rete, e di rete come forma d’arte. L’esperienza italiana è al centro della scena. Rimando al sito ufficiale per ogni dettaglio.

Il secondo, scritto da due attivisti milanesi, che assieme si firmano blackswift, è un romanzo. Giallo. Meglio: noir. Esce in libreria pubblicato da Colorado Noir e distribuito da Mondadori. Dopo un percorso di crescita, in rete, dove una prima edizione era già stata pubblicata un anno fa (con il nome Rapsodia Monocromatica), approda, in questa seconda versione, anche sulla carta. Il sito di riferimento per il libro è questo e io voglio copiacciare qui sotto il suo incipit:

 

Monocromatica

“Piazzale Loreto.

 

La parola di Milano è grigio.
Il cielo è una distesa non uniforme: dal pallore del cielo quasi bianco verso via Costa, in direzione nord-nordest, fino al grigio scuro delle nubi cariche di pioggia che evaporerà o si trasformerà in pasta grigiastra prima di toccare il suolo nella zona centrale, in lontananza verso sud.

 

Il piazzale è teatro di un costante carosello di macchine, clacson, insulti, infrazioni.
Doveva essere un luogo più divertente cinquanta o sessanta anni fa, quando al posto delle macchine c’era una ressa di persone che finalmente si gettava alle spalle vent’anni di merda e violenza.”